sabato 21 agosto 2010

Proteste internazionali per la condanna dei dirigenti baha’i


GINEVRA, 11 agosto (BWNS) – La notizia che i sette dirigenti iraniani baha’i sono stati condannati a vent’anni di prigione è stata accolta con riprovazione da governi e organizzazioni per i diritti umani.
L’Australia, il Canada, la Francia, la Germania e il Presidente del Parlamento europeo hanno espresso forte preoccupazione.
Hanno chiesto che i prigionieri siano rilasciati su cauzione, che la sentenza sia annullata e che l’Iran dimostri che il processo è stato equo e conforme agli standard internazionali.
Il Ministro degli esteri canadese, Lawrence Cannon, ha detto che il suo paese è stato «molto turbato» dalle sentenze che sono state «comminate senza un verdetto scritto o un equo processo». Ha raccomandato all’Iran di concedere ai prigionieri la libertà su cauzione.

La Germania ha detto che il processo è stato una sconfitta per tutti coloro che sono impegnati nella promozione della dignità umana e dei diritti umani in Iran».
Markus Loning, commissario per i diritti umani e gli aiuti umanitari del Ministero degli esteri tedesco, ha detto che l’Iran deve annullare la sentenza e «assicurare che il procedimento giudiziario sia equo e trasparente».
«Ci sono grandi dubbi sul fatto che il processo abbia rispettato i fondamentali diritti legali», ha detto.
La Francia ha espresso la propria «costernazione» per la condanna a vent’anni.
Durante una conferenza stampa, Christine Fages, portavoce del Ministero degli esteri francese, ha detto che le autorità iraniane devono smettere di perseguitare i baha’i e altre minoranze religiose e «rispettare la libertà di religione e di coscienza definita dal Patto internazionale sui diritti civili e politici che l’Iran ha liberamente sottoscritto».
Anche l’Australia ha espresso grande preoccupazione per le sentenze. «Continuiamo a chiedere all’Iran di assicurare che tutti i processi siano equi e trasparenti e condotti secondo gli obblighi internazionali dell’Iran», ha detto un portavoce del Dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo au-straliano.
In una dichiarazione di oggi il Presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, ha detto che le sentenze sono «un segnale sconvolgente e una grandissima delusione per tutti coloro che hanno sperato in un miglioramento della situazione dei diritti umani in Iran».
«L’Iran si è impegnata di attenersi agli standard internazionali e questo comprende anche il rispetto e la protezione della libertà di religione», ha detto.
Anche molte organizzazioni internazionali per i diritti umani si sono unite al coro di proteste contro le sentenze.
L’International Campaign for Human Rights in Iran ha detto che la condanna dei dirigenti baha’i è una condanna a sfondo politico «discriminatoria, ingiusta e illegale sia per le leggi iraniane sia per quelle internazionali».
«Sono stati condannati unicamente perché sono baha’i e pertanto la loro incarcerazione indica una politica oppressiva contro la Fede baha’i e i suoi membri», ha detto Aaron Rhodes, portavoce della Campaign.
Amnesty International ha definito i dirigenti baha’i «prigionieri di coscienza incarcerati solo per le loro credenze e per le loro attività pacifiche per la minoranza baha’i perseguitata».
«I sette sono stati trattenuti in carcere per molti mesi senza alcuna accusa e poi sono stati sottoposti a un processo farsa. Devono essere immediatamente rilasciati», ha detto Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
L’International Federation for Human Rights (FIDH) e l’Iranian League for the Defence of Human Rights (LDDHI) hanno chiesto al governo iraniano di «agire nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani e degli strumenti del sistema internazionale dei diritti umani ratificati dalla Repubblica Islamica dell’Iran».
Human Rights Watch ha chiesto alla magistratura iraniana di liberare immediatamente i sette «dato che contro di loro non è stata mai presentata alcuna prova e dato che essi non hanno avuto un processo equo e pubblico».
«Sono passati oltre due anni e le autorità iraniane non hanno presentato nessuna prova che giustifichi in qualunque modo la detenzione dei sette dirigenti baha’i e tantomeno la loro condanna a vent’anni di prigione», ha detto Joe Stork, vice direttore della divisione medio-orientale di Human Rights Watch.
L’Iran dovrebbe prendere provvedimenti concreti che dimostrano che intende proteggere i fondamentali diritti umani dei baha’i, ha dichiarato il signor Stork.
«L’immediata e incondizionata liberazione dei sette dirigenti baha’i sarebbe un buon inizio», ha detto.
Diane Ala’i, rappresentante baha’i presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha detto che la Baha’i International Community apprezza moltissimo il sostegno dei governi e delle organizzazioni per i diritti umani.
«Queste dichiarazioni dimostrano che molte persone di tutte le razze e di tutte le religioni in tutto il mondo vogliono che in Iran sia fatta giustizia, non solo per i baha’i ma anche per tutti i cittadini sottoposti a gravi violazioni dei diritti umani», ha dichiarato la signora Ala’i.
«Per quantro tempo ancora le autorità iraniane rimarranno sorde a queste richieste?», ha detto.

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